RISULTATI ELEZIONI REGIONALI: “IL VOTO AL CONTRARIO” SECONDO MARIO PIZZOLA

SULMONA – “Se c’è una persona che, nell’ambito del centro destra, avrebbe meritato di rappresentare il nostro territorio in consiglio regionale, questa persona è Elisabetta Bianchi.

Chiarisco subito che io non l’ho votata, e lei lo sa, perchè appartiene a un’area politica che non è la mia e perchè considero il “presidente dei tre mari” una sciagura per l’Abruzzo. La Bianchi ha fatto una campagna elettorale molto sobria e, in realtà, non ne aveva molto bisogno perchè per lei parla il suo impegno politico che è di lunga data. E’ una persona che ha costruito la sua credibilità politica mettendoci non solo le sue idee ma anche il suo corpo, attraverso digiuni e occupazioni di sedi istituzionali. Se Sulmona ha mantenuto il suo punto nascita e se può ancora sperare di mantenere il Tribunale lo deve anche, e forse soprattutto, a lei.

Eppure Elisabetta Bianchi, nelle recenti elezioni regionali, ha ottenuto soltanto 294 preferenze; mentre alcune sue competitrici hanno sbancato, raccogliendo quasi 5.500 voti a testa, 18 volte in più della Bianchi. Quando la politica era una cosa seria i rappresentanti dei cittadini venivano selezionati in base alle loro capacità ed esperienze. Chi ambiva a sedere sui banchi di un consiglio comunale e a proseguire la sua carriera fino in Parlamento doveva passare attraverso una lunga e impegnativa “gavetta” politica. I programmi non erano un pro forma ma caratterizzavano abbastanza nettamente i partiti e l’elettore poteva farsi un’idea delle differenze tra di essi. Le campagne elettorali dei candidati erano sostenute dai partiti anche sotto l’aspetto economico.

Oggi quel mondo non esiste più. Chiunque può improvvisarsi politico, a patto però di poter disporre di una buona quantità di denaro da investire nell’impresa. Questo significa che solo i ricchi, o comunque le persone agiate, possono “scendere in campo”. Può un uomo o una donna, con una famiglia da mantenere e con l’incertezza di poter arrivare a fine mese, permettersi di togliere ventimila euro dal proprio bilancio familiare per tentare l’avventura elettorale? Le elezioni diventano così una sorta di lotteria. Se ti va bene porterai a casa molto più denaro di quello speso nella campagna elettorale.  E’ facile immaginare che, se il compenso di un consigliere regionale o di un parlamentare fosse pari a quello di un operaio metalmeccanico, le liste dei candidati sarebbero vuote o quasi.

E i programmi? Roba da ferrivecchi.  Oggi quello che conta è l’immagine, non il contenuto. Puoi avere zero idee e un buon manager della comunicazione al tuo servizio, ovviamente ben pagato, e sicuramente avrai più chances di chi è capace di predisporre un ottimo programma e dà garanzia di serietà e impegno. Il responsabile della comunicazione di Marsilio, Michele Russo, ha dichiarato che il suo assistito ha vinto anche grazie all’idea di inondare di bolle di sapone la platea del Circus di Pescara. Sarà probabilmente vero ma, se è così, è legittimo chiedersi che fine ha fatto la politica.

Naturalmente, però, per poter aspirare a vincere è necessario avere una buona base di clientes. Nell’antica Roma i clientes erano una sorta di via di mezzo tra i cittadini liberi e gli schiavi. Il cliens era colui che, per la sua posizione sociale, era tenuto ad adempiere a una serie di obblighi nei riguardi di un patronus che, a sua volta, assumeva impegni nei confronti del cliente. E’ sconfortante, ma ho la netta impressione che più si va avanti e più nelle elezioni (in particolare quelle di tipo amministrativo) aumenta il numero dei clientes, o aspiranti tali, e diminuisce drasticamente quello dei cittadini“.

Mario Pizzola

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